Torta di riso. Versione emiliana o toscana ?

Una ricetta molto antica

di Alice Gabbriellini

Sia la Toscana, mia terra natia, che l’Emilia Romagna, mia regione d’adozione, si contendono da sempre la paternità della torta di riso. Soprannominata “Torta degli Addobbi” nelle zone di Parma, Reggio Emilia e Bologna, è invece conosciuta come “Torta alla carrarina” in provincia di Massa Carrara, con quel pizzico di campanilismo ed egocentrismo che contraddistingue i miei compaesani.

Facendo parte di un patrimonio culinario molto antico, è difficile risalire alla reale origine di questo dolce. Difatti, alcune autorevoli fonti raccontano della sua presenza già nel 1470. Sempre dall’analisi delle testimonianze storiche, la primavera risulta essere il periodo consueto per la preparazione di tale prelibatezza in tutti i territori in cui è conosciuta.

Alla base vi è una ragione sostanzialmente pratica. Infatti, questa è la stagione in cui le galline generano più uova, una componente fondamentale e ineludibile dall’impasto. Tutt’oggi, la tradizione non è stata infranta: a Carrara è tipicamente cucinata in occasione del giorno di San Giuseppe, il patrono della città, mentre a Bologna e nei paesi limitrofi, è servita durante i festeggiamenti in onore di Santa Rita.

Gli ingredienti di base sono gli stessi: riso, latte, uova, zucchero e, infine, per insaporire dell’alchermes, una bacca di vaniglia e la buccia di un limone non trattato.

Pur essendo una torta già abbastanza ricca e sostanziosa, visto che alcune versioni prevedono addirittura dodici uova per una teglia da quattro persone, sia la ricetta emiliana che quella romagnola apportano addirittura l’aggiunta di mandorle pelate, cedro candito e amaretti sbriciolati. Tuttavia, le modifiche non finiscono qua. Infatti, la Torta degli Addobbi prevede una generosa spolverata di zucchero a velo sulla superficie: un atto inammissibile in Toscana.

E cara nonna, se ti stai chiedendo com’è possibile che io sappia tutte queste cose sulla torta di riso emiliana, devo confessarti che sì: l’ho assaggiata. Chiedo perdono per aver tradito la tua sacra ricetta, sebbene debba confessarti che il croccante della mandorla si sposi perfettamente con la cremosità dell’impasto. Fossi in te un giorno proverei.

 

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