Lingue
Rosa di Parma e arrosto di Bologna: due ripieni per due città
L’arrosto, anche soprannominato “arrosto della domenica”, è la quintessenza di un pranzo di festa, in famiglia o con amici. Un vero e proprio evergreen, una pietanza che racchiude tanta tradizione e richiede una scelta meticolosa del tipo di carne adatto e dei tempi di cottura.
Nei territori dell’Emilia, dopo un piatto di anolini o tortellini in brodo, è la seconda portata che non può e non deve mancare.
Prendiamo Parma e Bologna. Le città della Bassa padana, divise da circa 95 km, propongono due versioni di arrosto.
La differenza sta nel ripieno, realizzato con i salumi tipici del luogo: il prosciutto di Parma DOP nella rosa di Parma e la mortadella di Bologna IGP nell’arrosto Bologna.
In entrambe le ricette viene utilizzato il manzo e la cottura preferita è quella al tegame, più lenta ma anche più saporita.
Le due varianti puntano tutto sulla farcitura dell’arrosto, anche se un altro ingrediente ha una funzione essenziale: il vino.
Infatti, per ottenere il fondo dell’arrosto, nella Rosa di Parma ci si serve del Lambrusco, rosso e frizzante, mentre nell’arrosto Bologna del Pignoletto, bianco e secco.
Ancora una volta le due città si emulano nelle preparazioni, ma allo stesso tempo si differenziano nella scelta astuta di prodotti che appartengono rigorosamente al territorio.
I due vini contribuiscono ad esaltare il gusto della carne e del ripieno rendendoli umidi e succulenti al punto giusto.
Il prosciutto di Parma “si imbeve” di Lambrusco e la mortadella di Pignoletto: l’insaccato e il vino si uniscono dando vita a un connubio perfetto che rasserena il palato.
Dall’esterno i due arrosti sembrano apparentemente uguali, ma tagliando la prima fetta è subito riconoscibile la loro diversità, tanto nei colori quanto nei profumi e sentori.
A voi l’imbarazzo della scelta… ma se a tavola siete delle buone forchette e apprezzate indistintamente i prodotti emiliani, allora, non vi resta che cimentarvi nelle due ricette e gustare entrambi gli arrosti!